08 marzo 2024
Iniziativa voluta dalla direzione strategica su uno dei principali problemi di salute pubblica, con l’obiettivo di confrontarsi sui metodi e sugli strumenti per la gestione del rischio clinico
Lunedì 18 marzo, a partire dalle ore 10, presso il Centro culturale di Valle Faul a Viterbo, si svolgerà il convegno “Infezioni correlate all’assistenza, fra prevenzione, gestione e contenzioso”.
L’iniziativa, accreditata Ecm per tutte le professioni sanitarie, è stata fortemente voluta dalla Direzione strategica della Asl di Viterbo, in considerazione del fatto che le Infezioni correlate all’assistenza, (Ica) rappresentano uno fra i principali problemi dei sistemi di salute pubblica, rilevandosi come una questione ampiamente dibattuta a livello globale.
Responsabili scientifici del convegno sono Paola Frati, professore ordinario e coordinatore della sezione dipartimentale di Medicina legale della Sapienza Università di Roma, e Arturo Cavaliere, direttore dell’unità operativa Farmacia aziendale della asl viterbese, nonché presidente nazionale della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo).
Nel corso dell’incontro, oltre alla professoressa Frati e al dottor Cavaliere, interverranno: il direttore sanitario aziendale della Asl di Viterbo, Antonio Rizzotto, il direttore dell’unità operativa di Malattie infettive dell’ospedale di Belcolle, Luciano Caterini, il direttore dell’unità operativa di Medicina legale della Asl Roma1, Dalila Ranalletta, e il professore associato di Medicina legale dell’Università degli studi dell’Aquila, Raffaele La Russa.
Le Ica sono, per definizione, quelle infezioni che non erano presenti (quindi non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione) all’ingresso del paziente nell’ambiente di ricovero o di assistenza, e insorgono durante il ricovero e la degenza o, più raramente, dopo le dimissioni del paziente.
“I dati e le osservazioni che accompagnano questo argomento di crescente importanza – commenta il commissario straordinario della Asl di Viterbo, Egisto Bianconi - suscitano riflessioni significative anche in ambito giuridico, soprattutto in riferimento al ruolo che la normativa affida alle attività di prevenzione e di gestione del rischio clinico, e alle conseguenti implicazioni in tema di responsabilità professionale. Le strutture sanitarie, nei vari livelli di responsabilità, devono quindi adottare tutte quelle azioni necessarie a prevenire o, quanto meno, mitigare il rischio infettivo, che vanno dai protocolli sull’utilizzo degli antibiotici alla profilassi chirurgica e, in generale, a tutte le buone pratiche in tema di controllo delle infezioni. L’evitabilità è un concetto chiave, ma anche piuttosto fluido. Ecco perchè l’azione formativa e la discussione di carattere multidisciplinare e multiprofessionale aiuta a porre in atto metodi e strumenti per la gestione del rischio clinico nei contesti specifici”.
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