30 agosto 2024
Attraverso l’applicazione di una tecnologia consistente in un particolare sistema di trazione intraoperatorio sviluppato in Germania
La procedura chirurgica, effettuata dal team della Chirurgia generale, è la decima eseguita in tutto il mondo con questa tecnica
Nei giorni scorsi, l’équipe dell’unità operativa di Chirurgia generale dell’ospedale Andosilla di Civita Castellana, diretta da Fabio Cesare Campanile, ha eseguito un intervento innovativo su un paziente con un’ernia inguinale con “perdita di diritto di domicilio”, attraverso l’applicazione di una tecnologia di ultima generazione consistente in un particolare sistema di trazione intraoperatorio che consente di aumentare il volume interno della cavità addominale ripristinando quindi quel domicilio che era stato perso.
“L’ernia inguinale con perdita di diritto di domicilio – spiega Fabio Cesare Campanile – è una problematica, rara e complessa, che si presenta quando l’ernia diventa talmente grande che il suo contenuto (intestino) supera lo spazio disponibile in addome e, quindi, non può più riprendere il suo posto naturale. Questa grave situazione da un lato rende molto più difficile (quando non impossibile) l'intervento, dall’altro è gravida di molti rischi per la salute del paziente. L’intervento chirurgico che si è svolto presso la nostra struttura, il decimo eseguito in ordine cronologico in tutto il mondo, si è avvalso di una nuova tecnologia sviluppata in Germania. Per questo motivo, la nostra équipe ha avuto il privilegio di essere supportata da remoto, da Colonia, dal dottor Gedeon Lill, ideatore della tecnica e sviluppatore del dispositivo”.
La procedura chirurgica è stata caratterizzata da una prima fase laparoscopica, per il posizionamento del sistema di trazione, e da una seconda fase, per la riduzione del contenuto e per la ricostruzione dell’anatomia con la plastica dell’ernia. “Durante l’intervento – conclude Fabio Cesare Campanile – determinante è stata la collaborazione con il team degli anestesisti dell’Andosilla che, tra l’altro, si sono occupati di monitorare la pressione intraddominale e quella di picco delle vie respiratorie. Allo stesso modo, prezioso si è rivelato il supporto degli infermieri di sala operatoria che, oltre agli abituali compiti, hanno gestito l’assemblaggio del dispositivo”.
Condividi sui Social